Video sintesi Campagna No allo Scudo Spaziale

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Il 1° giugno Giorgio Schultze, portavoce europeo del Nuovo Umanesimo, ha iniziato lo sciopero della fame dandosi il cambio con Jan Tamas e Jan Bednar che hanno dovuto interrompere il digiuno dopo 20 giorni a causa dell’aggravarsi delle loro condizioni di salute.

La protesta contro lo scudo spaziale americano si sta allargando in tutto il mondo. Oggi Giorgio Schultze si unisce a Jan Tamas e Jan Bednar a Praga, Federica Fratini ed Edoardo Calizza a Roma, Dino Mancarella a Trieste, Ivan Marchetti e Andrea Casa a Torino, Joaquin Valenzuela a Bologna, José Alvarez a Ferrol, in Spagna, Dr. Hassan Nayeb Hashem in Austria, Bruce Gagnon a Brunswick, nel Maine (USA), Sung-Hee Choi a New York, Gareth Smith in Australia e a molti altri che dal 13 maggio scorso fanno digiuni a staffetta e organizzando iniziative di denuncia e sensibilizzazione.
«Si tratta di una protesta nonviolenta per denunciare una delle maggiori violenze del momento attuale» spiega Schultze. «La silenziosa minaccia di una nuova guerra fredda, di una folle corsa al riarmo scatenata dal piano degli Stati Uniti di installare nel cuore dell’Europa, in Repubblica Ceca e in Polonia, delle basi militari di difesa anti-missilistica, che in realtà costituiscono un’arma di attacco e il primo passo per il controllo e la militarizzazione dello spazio. Tutto questo nel silenzio complice dei governi, che stipulano accordi segreti e proseguono le trattative con gli Stati Uniti nonostante l’opposizione della stragrande maggioranza della popolazione, come succede in Repubblica Ceca. Dall’inizio di questa protesta continuano ad arrivare messaggi di appoggio e solidarietà da tutto il mondo (vedi www.nonviolenza.net) e tra questi voglio sottolineare l’adesione degli europarlamentari Giulietto Chiesa, Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Vittorio Agnoletto e l’Alleanza della Sinistra Verde Nordica (NGLA), che si differenziano così dal silenzio del Parlamento europeo sul tema dello scudo. Ritengo fondamentale una presa di posizione del Parlamento europeo, quindi il 12/13 giugno mi recherò con una delegazione europea a Bruxelles in occasione dell’Agora sul Clima e chiederò un incontro con il Presidente e Vice-Presidente e una sessione plenaria a cui portare le ragioni di questo vasto movimento di protesta contro lo scudo, con l’obiettivo di bloccare questo pericoloso progetto in quanto mette in pericolo la pace e la coesistenza dei nostri popoli.»

Non vogliamo nuove basi militari di potenze straniere sul territorio europeo, né l’allargamento di quelle già esistenti. Vogliamo lo smantellamento di tutti gli arsenali nucleari.

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